La giornata organizzata dagli “Amici dei Musei di Vercelli”, che ha preceduto il pranzo sociale, ha avuto inizio con una visita al Museo Borgogna, una tappa scelta per esplorare i nuovi allestimenti e riscoprire alcune delle opere più significative della collezione. Accompagnati dal conservatore del museo, la dott.ssa Cinzia Lacchia, i partecipanti hanno potuto addentrarsi nelle sale rinnovate con l’intento di celebrare e onorare un patrimonio artistico reso ancor più prezioso dal recente lascito della dott.ssa Paola Cerruti Mainardi.
Al Museo Borgogna di Vercelli, la visita guidata a cura della dott.ssa Cinzia Lacchia si è rivelata non solo una lezione d’arte, ma un viaggio tra opere e memorie, reso ancora più prezioso dalla recente donazione della dott.ssa Paola Cerruti Mainardi. In questo contesto, l’allestimento si è svelato con una delicatezza attenta, offrendo un ritratto vivido del patrimonio artistico vercellese.
In apertura, la dott.ssa Lacchia ha introdotto il gruppo nella sala dedicata al territorio di Vercelli, dove i dipinti raffigurano una campagna che diventa simbolo di un’identità rurale, scandita dalla coltivazione del riso e dalla presenza ancora dominante della natura. Tra le opere, “Per ottanta centesimi” di Angelo Morbelli emerge per intensità espressiva: le mondine, con la loro fatica e i loro corpi curvi sotto il sole, sono un tributo visivo alla resilienza. Il quadro, con la sua pennellata lucida e vibrante, non si limita a rappresentare, ma racconta, diventando quasi un documento sociale di un tempo in cui il lavoro dei campi rappresentava la vita e l’economia locale.
Nel passaggio alla sezione dedicata ai ritratti femminili, l’attenzione si concentra sull’abilità di Ambrogio Alciati, che, con una rarefazione del tratto e un’eleganza formale, conferisce alle sue figure un’aura senza tempo. La presenza di un’opera mitologica è una sorpresa rara e aggiunge profondità alla sua produzione, abitualmente incentrata su ritratti formali. Alciati, in questo frangente, sfida le convenzioni della sua epoca per evocare un mondo di simboli, dimostrando una sensibilità che avvicina i miti antichi ai turbamenti moderni.
È però nella sala successiva che l’incanto raggiunge un apice, con due opere di Sartorio e una scultura di Arrigo Minerbi, espressioni potenti di una classicità riletta attraverso la lente moderna. Sartorio, noto per la sua abilità nel rappresentare la luce e le ombre, riesce qui a sospendere il tempo, creando un’atmosfera di sogno e riflessione. Minerbi, con la sua scultura, riesce a infondere nella materia un senso di leggerezza e spiritualità, incarnando un ideale di bellezza che si eleva sopra la mera rappresentazione formale.
Il gran finale attende nel salone principale, dove una selezione di opere di Giorgio Sambonet accoglie i visitatori con l’intimità di un percorso personale, il “Cammino di un uomo”. L’itinerario, che si articola tra il Museo Leone, il Museo Borgogna e il Museo del Tesoro del Duomo, è una celebrazione dell’artista e della sua eredità, ma anche una riflessione sull’essere umano e sul suo rapporto con la creazione artistica. L’incontro casuale con Sergio Sambonet, figlio dell’artista, aggiunge una nota toccante, riportando le opere dal regno astratto della critica e della storia all’intimità dei ricordi familiari.
Il Museo Borgogna, con questi nuovi allestimenti e attraverso l’attenta guida della dott.ssa Lacchia, si rivela come un custode di storie e di visioni, capace di restituire ai visitatori non solo il valore estetico delle opere, ma anche le narrazioni e le emozioni che le hanno generate. Un luogo dove la bellezza, l’arte e il ricordo si fondono per offrire un’esperienza che va oltre l’osservazione, in un dialogo continuo tra passato e presente, memoria personale e collettiva.